Il saluto

Il Saluto nel Judo

Il saluto è uno degli aspetti fondamentali del Judo fin dalle prime lezioni, rappresentando una forma di rispetto e un modo per presentarsi agli altri. Esprime gratitudine verso il maestro e i compagni e sottolinea l’importanza dell’ambiente del dojo. Con radici profonde nelle tradizioni sociali orientali, il saluto è un rituale che segna il passaggio dal mondo esterno alla pratica del judo, evidenziando il rispetto per le tradizioni e le persone presenti.

Il primo approccio per un nuovo iscritto, entrando nel dojo, sarà il saluto. Questa particolare forma cerimoniale, poco familiare per noi occidentali, ha radici millenarie nelle relazioni sociali dei paesi orientali. Il Giappone, patria del Judo, non fa eccezione, e di conseguenza neanche il Judo. Le forme cerimoniali di saluto sono di grande importanza, non come gesti formali, ma come atti di rispetto verso il compagno di allenamento, il maestro e se stessi. Il rispetto si manifesta attraverso una pratica attenta e corretta, ottenuta mediante il raggiungimento di un giusto stato mentale.

Il saluto celebra, con un atto esteriore, un avvenimento interiore: il cambiamento di un atteggiamento mentale. Deve essere eseguito correttamente e senza fretta, poiché movimenti rapidi e rilassamento nella posizione indicano un judo superficiale e privo di significato. Entrando nel dojo e preparandosi alla pratica, il judoka lascia le condizioni mentali del mondo esterno e, dopo il saluto, cambia condizione mentale, immergendosi completamente nella pratica del Judo.

È essenziale eseguire il saluto correttamente, poiché eventuali imperfezioni sono immediatamente notate dai judoka più esperti. Gli errori comuni includono non chinare il capo (guardare l’avversario durante il saluto indica mancanza di fiducia), non tenere le mani sulle gambe e inchinarsi troppo. Durante il saluto, è importante essere ordinati e avere il judogi ben sistemato.

RITSU-REI

Il saluto in piedi si esegue dalla posizione eretta, con talloni uniti e punte dei piedi aperte a circa 45°, braccia rilassate lungo i fianchi e schiena dritta. Da questa posizione, ci si inchina in avanti di circa 30°, piegandosi alla cintura senza modificare l’assetto del tronco, con lo sguardo rivolto a terra. Le donne eseguono una variazione tradizionale, facendo scivolare le mani fino alle ginocchia e inclinando il busto di circa 45°.

Il saluto in piedi si utilizza in varie occasioni:

  • Quando si sale o si scende dalla materassina: L’allievo deve farlo sempre dal lato degli allievi, rivolto verso l’interno del tatami, come segno di rispetto verso l’ambiente o i presenti, simbolizzando il passaggio dal mondo esterno al dojo.
  • Inizio e fine dell’allenamento con un partner: come segno di rispetto reciproco e ringraziamento per l’aiuto durante l’allenamento.
  • Inizio e fine dei kata: Il saluto, rivolto sia a Joseki che al partner, è parte del kata e viene eseguito in piedi o in ginocchio a seconda del kata.
  • Inizio e fine di una competizione: I contendenti si salutano sui segnaposti a un cenno dell’arbitro.

ZA-REI

Il saluto in ginocchio si esegue piegando prima il ginocchio sinistro a terra, poi il destro, e infine distendendo le punte dei piedi. Ci si siede sui talloni con le ginocchia distanziate di due pugni e le mani appoggiate all’altezza dell’inguine. Le mani scivolano poi a terra formando un triangolo equilatero, e si abbassa la fronte verso il centro del triangolo a circa 20 cm dal suolo. Per rialzarsi, si inverte la sequenza dei movimenti. Le donne eseguono il saluto con ginocchia unite e mani più ravvicinate. Il saluto in ginocchio si esegue all’inizio e alla fine della lezione, con tutti rivolti verso il maestro. Gli allievi si dispongono in ordine di cintura, con la cintura più alta verso il lato d’onore, e attendono il comando “REI” per eseguire l’inchino tutti insieme. Gli assistenti del maestro e gli insegnanti ospiti si dispongono di fronte a Kamiza in ordine di grado. Se il maestro vuole onorare un insegnante ospite, può farlo inginocchiare accanto a sé sul lato del maestro. Nessuno deve inginocchiarsi sul lato d’onore, riservato a Jigoro Kano.

Questo saluto è un ringraziamento per l’insegnamento ricevuto. Anche il maestro saluta, riconoscendo che tutti, inclusi lui stesso, imparano durante la lezione, secondo la filosofia del “ji-ta-kyo-ei” (mutua prosperità per sé e per gli altri).